I debiti, che sfortunatamente vengono accumulati in seguito a problemi di varia natura, comportano l’obbligo da parte del debitore di saldare le somme richieste dal creditore. Ci sono, però, alcune regole molto importanti in merito alle tempistiche entro il quale può essere esercitato il diritto al risarcimento da parte del creditore, altrimenti il debito cade in prescrizione. Abbiamo cercato di capirne di più in collaborazione con il team del blog di Europa Factor, azienda leader nel settore di gestione, recupero ed acquisto di crediti

Cos’è la prescrizione di un debito

Quando si parla di prescrizione di un debito si intende la circostanza per la quale un debito si ritiene estinto. Il debitore, una volta che il debito è caduto in prescrizione, non avrà più l’obbligo di risarcire il creditore. Ma perché esiste la prescrizione di un debito? Il nostro ordinamento giuridico, con la prescrizione, vuole tutelare la certezza dei rapporti. Ad esempio, se un creditore non si fa vivo per riavere il proprio denaro entro un determinato periodo di tempo perde, secondo la legge, il diritto di farlo. I debiti, a secondo della loro natura, hanno diversi tempi in cui vanno in prescrizione. Una cosa molto importante da sapere è che la prescrizione inizia a partire dal giorno successivo a quello utilizzato dal creditore per usufruire del diritto al rimborso. Nel caso in cui, invece, il diritto alla prescrizione decorre in un giorno festivo, verrà posticipato al primo giorno feriale possibile.

Quando un debito va in prescrizione

Solitamente i debiti bancari vanno in prescrizione dopo 10 anni ma, come abbiamo detto in precedenza, ci sono alcune tipologie di debiti che hanno un periodo di prescrizione più breve.

È bene inoltre specificare che, basta un sollecito di pagamento o il riconoscimento del debito fatto da parte del debitore , in modo diretto o indiretto, per interrompere tale prescrizione e farla ripartire dall’ultimo atto.

 

 

 

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