Tito Boeri, presidente dell’Inps, è in audizione alla Camera quando attacca aspramente il vicepremier Di Maio, leder del Movimento 5 Stelle, affermando che ha perso il contatto con la realtà. Boeri fa riferimento al decreto dignità che è in discussione in questi giorni in Parlamento. Di Maio lo aveva attaccato a sua volta quando l’economista aveva dichiarato che il nuovo decreto dignità farà più danni che altro, stimando una perdita di circa 8 mila posti di lavoro. Alla Camera, Boeri ripete la sua posizione e afferma che 8 mila posti di lavori persi sono uno scenario ottimista.

È di nuovo scontro governo – Inps sul tema del decreto dignità dopo che Boeri in audizione alla Camera ha risposto agli attacchi ricevuti dal vicepremier Di Maio e pure Salvini che non sembrano accettare le stime dell’istituto di previdenza in merito a importanti temi economici. Il presidente Boeri ha ricevuto via social diversi attacchi che non sono accettabili perché le richieste di dimissioni anticipate online non possono esser prese in considerazione. Si dice pronto a lasciare il suo incarico se le richieste fossero avvenute per via ufficiale avvalorando la tesi del governo di una sua inadeguatezza a rivestire il compito. Boeri incalza affermando che è sbagliato vedere dietro a relazioni puramente tecniche, come tutte quelle fatte dall’Insp, indicazioni politiche. Fare il ragionamento di Di Maio scartando le relazioni tecniche dell’Inps perché ritenute faziose, equivale a perdere il contatto con la crosta terreste, dice Boeri.

Nella serata Di Maio affida il suo sfogo, di nuovo, ai social. Il presidente dell’Inps si è seduto tra i banchi dell’opposizione, secondo il vicepremier grillino, ed è perciò Boeri ad aver preso il contatto con la realtà. Le critiche da palazzo Chigi non si fermano, definendo il comportamento di Boeri incettabile e fuori luogo proprio perché la sua figura dovrebbe restare tecnica e non dare pareri politici.

La polemica sul Decreto Dignità, tanto caro a Di Maio, è ormai da giorni che imperversa nel dibattito politico e non. I fatti risalgono dal momento in cui l’Istituto di Previdenza Sociale ha fatto avere alla Ragioneria Generale dello Stato, al Ministero dell’Economia e al Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico le stime sui posti di lavoro che potrebbero andare persi dopo l’entrata in vigore del Decreto. Il Ministro di Maio avrebbe perciò avuto i dati con una settimana di anticipo. Boeri si era scontrato con la maggioranza alla Camera difendendo la validità delle stime fatte che prevedono la perdita di circa 8 mila disoccupati in più l’anno se il decreto dignità dovesse entrare in vigore così com’è.

Castelli del M5S accusa Boeri di dare giudizi personali e di fare delle ricostruzioni fantasiose, senza fondamenti reali. Anche i tecnici della Camera concordano con la maggioranza e fanno richiesta per avere altri elementi statistici e previsionali. L’opposizione prende la palla al balzo e si prepara a presentare un’infinità di emendamenti quando la proposta del decreto approderà a Montecitorio martedì 24 probabilmente, ma forse il tutto sarà rimandato a giovedì 26.

Di Editor