Secondo il Times of Malta i mandati dell’omicidio di Daphne Caruana Galizia sarebbero più di due. Tuttavia, le fonti non hanno dato ancora alcuna indicazione in merito ai responsabili all’omicidio della giornalista, avvenuto nell’ottobre 2017. Per tanto, non si sa, se provengano dal mondo criminale, politico o economico. Con grande sorpresa, la famiglia della reporter ha detto di non essere stata informata dalla polizia, in merito a questi ultimi ed importanti sviluppi. Finora, per l’accaduto erano stati incriminati 3 uomini, ai quali è stato riconosciuto di aver innescato la bomba, che ha portato alla distruzione della vettura sulla quale viaggiava la giornalista.

Gli investigatori e l’Europol

Sempre secondo il quotidiano maltese, gli investigatori che si stanno occupando del caso della reporter uccisa, sarebbero in contatto con Europol. Tuttavia, tale collegamento si sarebbe intensificato notevolmente nelle ultime settimane, man mano che la polizia si è avvicinata alla risoluzione del caso. Una fonte, infatti, ha tenuto a spiegare che è disponibile una grande quantità di dati, che necessitano di un’attenta analisi e partner come Europol sono estremamente preziosi, perché hanno l’esperienza necessaria per facilitare ed accelerare tale processo.

16 ottobre 2017: l’attentato

Daphne Caruana Galizia, giornalista maltese, è stata uccisa all’età di 53 anni il 16 ottobre 2017, poco distante dalla sua casa di Bindnija (nei pressi di Mosta), a causa di una bomba posta nell’auto. Il brutale omicidio ha generato commozione e disdegno a livello internazionale, tant’è è che è stata richiesta un’indagine trasparente, non solo dalla popolazione maltese, ma anche dal resto del mondo. Le inchieste della donna, del resto, avevano scosso gli alti vertici della politica.

Le inchieste della reporter maltese

In 30 anni di carriera, Daphne Caruana Galizia, era riuscita a diventare una delle giornaliste di inchiesta migliori a livello mondiale. Non a caso Politico.eu, l’aveva inserita, nel 2017, nella lista delle 28 persone in grado di scuotere l’Europa.

La giornalista, prima di essere uccisa, era stata minacciata, in maniera anonima, sia fisicamente che verbalmente. Tuttavia, nonostante le continue denunce, le autorità non avevano intuito la gravità della situazione e non erano mai intervenute.

Le ultime indagini che avevano impegnato la reporter, avevano coinvolto le più alte cariche politiche di Malta, fino ad arrivare a Michelle Muscat, la consorte del premier, accusata di essere la beneficiaria della società Egrant, legata ad un presunto giro di tangenti provenienti dall’Azerbaijan. Tale inchiesta è stata archiviata lo scorso 22 luglio, con la piena assoluzione del premier e della moglie.

Ciononostante alcuni punti sollevati da Galizia rimangono ancora privi di risposta, come l’effettiva efficienza della legislazione antiriciclaggio maltese e le presunte concessioni di passaporti maltesi a personaggi facoltosi, provenienti da paesi, quali Arabia Saudita e Russia, da parte del Governo, in collaborazione con la società inglese Henley & Partners.

Inoltre, non sono state date spiegazioni in merito agli interrogativi sulla Pilatus Bank, presunto collettore di tangenti milionarie su Malta. Il proprietario, Ali Sadr Hasheminejad, di origini iraniane, è stato messo in manette dall’Fbi, con l’accusa di aver riciclato bene 115 milioni di dollari.

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