Arrivano oggi i risultati ufficiali dei ballottaggi delle elezioni comunali 2018. A 15 giorni dal primo turno, cala l’affluenza, come di consueto, ma i risultai sono chiari: il centrodestra galoppa, il movimento un po’ meglio rispetto al passato e il Pd affonda.

Centrodestra: uniti si vince

Il centrodestra agguanta anche le elezioni comunali, trainato dalla Lega. Quasi tutti i ballottaggi di domenica sono stati vinti dal candidato di centrodestra, a cui comunque erano andati anche moltissimi altri comuni già al primo turno. Sondrio, Viterbo, Teramo sono solo alcune delle importanti città dove il candidato di centrodestra ha vinto, sia sul M5S che sul Pd, confermandosi come la forza politica nazionale numero uno, grazie anche alla Lega che convince sempre più elettori, come accaduto alle elezioni nazionali del 4 marzo. L’azzurro Gasparri in una dichiarazione post risultati elettorali dice che la coalizione del centro destra è l’unica che riceve la fiducia dei cittadini e, confermandosi come forza politica numero uno, auspica che la coalizione Lega – Forza Italia – Fratelli d’Italia torni presto anche alla guida del Paese, come appunto già succede in molte amministrazioni comunali.

M5S: Davida batte Golia

Dal blog, arriva il comunicato del Movimento 5 Stelle dove si usa più volte la parola “orgogliosi”, come nel tweet di Di Maio, per esprimere tutta la contentezza del risultato elettorale. Sempre nel comunicato si legge che “Davide ha battuto Golia” per indicare come il partito del cambiamento senza coalizioni ha di nuovo sconfitto i partiti storici e tradizionali in città importanti come Avellino e Imola, dopo aver comunque conquistato ben altri 4 comuni al primo turno. Negli anni scorsi i penta stellati avevano avuto risultati deludenti nelle comunali ma quest’anno vanno decisamente meglio, conseguendo un più sei città rispetto alle ultime comunali.

PD: nuovo arresto

Si riconferma come tragica la situazione del Partito Democratico, e di tutto il centro sinistra, che perde anche nelle città considerate roccaforti rosse come Siena e Terni. Sempre in Toscana, tipicamente rossa, il Pd perde anche a Massa e Pisa, segnando una débâcle che scuote i vertici del partito; tutte e tre le amministrazione delle città toscane passano dal centrosinistra al centro destra. Calenda lancia una provocazione via social sostenendo un totale superamento del Pd che, evidentemente, non funziona ma Martina non ci sta e dice che bisogna lavorare, ripartendo dal basso per ricostruire la fiducia negli elettori. Nonostante ciò, tutti sono concordi nell’affermare che c’è un grande bisogno di rinnovare per far fronte a certi nazionalismi e populismi che si stanno vedendo un po’ in tutta Europa, dove la crisi della democrazia lascia interi Paesi senza governo, vedi per esempio il Belgio, o con governi di compromesso, come è capitato in Germania. La crisi che il Pd affronta è profonda e si auspica di trovare soluzioni nel prossimo congresso del partito, dove si deciderà anche se il reggente Martina resta oppure si elegge un nuovo segretario, nodo comunque secondario rispetto alla crescente ed evidente difficoltà del partito di dare risposte ai problemi dei cittadini.

Di Editor